FMI: Cina e India inarrestabili, mentre il resto del mondo va a rilento
Nel suo ultimo Outlook di aprile il Fondo monetario internazionale (FMI) mostra un contesto economico globale sceso ai minimi storici, soprattutto nelle economie avanzate, con metà della crescita mondiale appannaggio dei due giganti asiatici, India e Cina: previsioni in linea con quelle messe a punto dal Centro studi Mecs nell’annuale report previsionale “Cubo” sull’evoluzione del mercato delle tecnologie per il packaging, un'attendibile termometro dell’economia, perché diversificato in tutti i settori a valle del largo consumo.
Sul fronte macroeconomico mondiale lo scenario che emerge nel World Economic Outlook di aprile del FMI è cupo per le difficoltà nei mercati finanziari, messi a dura prova dal forte rialzo dell’inflazione, dagli alti tassi di interesse e dai fallimenti delle due banche statunitensi e di Credit Suisse. Le stime di crescita mondiale vengono infatti ridimensionate a un modesto +2,8% per il 2023. Un valore ai minimi storici dal 1990, in un contesto economico internazionale vulnerabile che mette a rischio la posizione delle principali economie avanzate.
Speculari al FMI sono le stime contenute nella nuova edizione del modello econometrico "Cubo" del Centro Studi Ucima-MECS, secondo cui la crescita mondiale delle macchine packaging, dopo la crisi pandemica si fermerà al +3,8% annuo, da qui al 2026, in recupero rispetto alla precedente edizione, ma al di sotto della dinamica pre-Covid.
In questo contesto sono India e Cina a farla da padrone: la crescita vertiginosa del mercato indiano permette al FMI di stimare un +6% di Pil nel 2024, mentre per la Cina si prevede un rallentamento, pur restando al di sopra delle medie mondiali: +5,2% nel 2023; +4,5% nel 2024. Queste due potenze costituiscono la metà della crescita globale nel 2023, calcola il FMI, con un incremento del Pil di oltre il 5%, un andamento che si ritrova anche nel mondo del packaging, come dimostrano le previsioni di crescita al 2026: per l’India superano il 7%, secondo il “Cubo”, mentre per la Cina sfiora il 4%, valori superiori alla dinamica mondiale.
Questo forte sviluppo asiatico si confronta però con un trend opposto nel resto del mondo; il conflitto russo-ucraino ha messo a dura prova la crescita dei Paesi coinvolti e limitrofi: se da un lato l’FMI prevede quest’anno un timido recupero in Russia (+0,7%) e un rallentamento della caduta in Ucraina (-3%, dopo il -30% del 2022), per il settore packaging la ripresa è ancora lontana: il Centro Studi Mecs stima per entrambe un declino che si attesta sul -12% per la Russia, stima peggiore tra tutti i Paesi presi in esame, e un -3% per l’Ucraina.
L’eurozona va a rilento, come dimostra il +1,3% stimato per il 2024 dall’FMI, accompagnato da un 3,5% medio annuo per l’evoluzione del mercato del packaging secondo Mecs: due indici entrambi al di sotto della media mondiale.