
La filiera ceramica consolida i brillanti risultati del 2022
Le indagini campionarie del centro studi Mecs confermano la tenuta dei fatturati dei costruttori di macchine e di ceramica, dopo un 2021 che ha visto ricavi e marginalità crescere a doppia cifra.
Nonostante il mercato a valle sia stato influenzato dalla tempesta perfetta della crescita vertiginosa dei costi dell’energia e dalla carenza di materie prime e semiconduttori, gli imprenditori della filiera ceramica si preparando a chiudere il 2022 con buone performance sui mercati e bilanci in salute.
In Italia, dove il centro studi Mecs conduce trimestralmente indagini campionarie sui principali costruttori di tecnologie per la ceramica per sondare andamenti e prospettive del mercato, il 2022 si chiuderà in linea con i risultati dell’anno precedente, trainato dall’ottimo risultato ottenuto sul mercato interno e da una sostanziale tenuta sui mercati esteri. Dopo la partenza di anno spumeggiante, sulla scia dell’ottimo 2021, dall’estate in avanti il dinamismo dei costruttori italiani – che rappresentano circa la metà del mercato mondiale delle macchine per ceramica - è andato calando, ma l’anno chiude comunque in positivo, pur a fronte dei segni meno del secondo semestre, con un incremento che si stima supererà i 5 punti percentuali rispetto ai risultati del 2021 (i dati consolidati saranno presentati a fine giugno 2023).
Anche dal punto di vista delle performance economico-finanziarie della filiera ceramica nel 2022, ci si aspetta, rispetto ai bilanci 2021 un sostanziale allineamento dei ricavi e solo un lieve ridimensionamento delle marginalità. I due report appena pubblicati, uno sui bilanci dei 158 principali costruttori di macchine per ceramica e l’altro sui bilanci di 345 principali player globali dell’industria delle piastrelle ceramiche, confermano infatti la solida ripresa del settore, trainato dai distretti europei, in Italia e in Spagna.
I costruttori di tecnologie ceramiche sono tornati nel 2021 ben oltre i livelli pre-Covid in termini non solo di ricavi ma anche di valore aggiunto per addetto e di marginalità. A loro volta i produttori di piastrelle hanno visto il fatturato crescere di quasi il 30% nel 2021, con un picco per le aziende italiane, arrivate al dato record di 344mila euro di ricavi operativi per addetto. Anche se sono i costruttori spagnoli a tenere saldo lo scettro di produttori a più alta marginalità e maggior tasso di investimenti a livello mondiale.
Da sottolineare che il 2021 è stato anche un anno dove, a fronte di un aumento dei livelli occupazionali – che sono stati mantenuti se non addirittura incrementati nel corso del 2022 – gli indici di produttività sono aumentati del 20% nell’industria ceramica, anche per effetto dei forti investimenti che la filiera ha portato avanti negli ultimi anni.